Quanto costa davvero un sisma?
I terremoti rappresentano una minaccia costante per molte regioni italiane, causando non solo perdite umane ma anche ingenti danni economici. Spesso, l’attenzione si concentra sui costi diretti della ricostruzione degli edifici, trascurando le spese indirette legate ai beni contenuti negli edifici stessi, come macchinari e strumenti. Quanto è importante la prevenzione efficace e come possono le nuove tecnologie di protezione sismica, come l’Active Mass Damper (AMD), ridurre i costi di ricostruzione dovuti ad un sisma?
Costi diretti della ricostruzione post-sisma
I costi diretti si riferiscono alle spese necessarie per riparare o ricostruire le strutture danneggiate. Analizzando alcuni eventi sismici recenti in Italia, emergono dati significativi:
- Terremoto dell’Aquila del 2009: La ricostruzione privata ha richiesto circa 2,6 miliardi di euro per 4.885 edifici situati fuori dai centri storici. In particolare, la “ricostruzione leggera” ha coinvolto 2.904 edifici con danni lievi, con un contributo totale di 534 milioni di euro, pari a una media di 184.000 euro per edificio. La “ricostruzione pesante” ha interessato 1.951 edifici con danni severi, con un contributo totale di 2,1 miliardi di euro, corrispondente a circa 1 milione di euro per edificio.
- Terremoto del Centro Italia del 2016: Per gli edifici con danni classificati come L1, L2 e L3 (la classificazione degli edifici in livelli operativi L1, L2, L3 e L4 è dettagliata nell’Ordinanza n. 19 del 7 aprile 2017 del Commissario Straordinario per la Ricostruzione. Questa ordinanza stabilisce i criteri per determinare il livello di intervento necessario sulla base dello stato di danno e del grado di vulnerabilità dell’edificio), il costo parametrico è stato aumentato del 3%, mentre per quelli con danni L4 l’incremento è stato del 5%. Inoltre, per gli edifici produttivi, il costo parametrico è stato maggiorato del 30% per le strutture in cemento armato e del 40% per quelle in acciaio.
Costi indiretti: una realtà spesso sottovalutata
Oltre ai costi diretti, i terremoti generano spese indirette significative, spesso trascurate nelle valutazioni iniziali. Questi includono:
- Danni ai contenuti degli edifici: Macchinari, attrezzature e arredi possono subire danni o distruzioni, con conseguenti costi di sostituzione o riparazione. Ad esempio, nel settore industriale, la perdita di macchinari può comportare spese ingenti e tempi di inattività prolungati.
- Interruzione delle attività produttive: La chiusura temporanea o permanente di attività commerciali e industriali a causa dei danni strutturali o alla perdita di attrezzature può portare a perdite economiche significative e alla perdita di posti di lavoro.
- Costi sociali: L’impatto psicologico sulle comunità colpite, la perdita di abitazioni e la necessità di assistenza temporanea contribuiscono ulteriormente ai costi indiretti di un sisma.
Come riportano i grafici in figura, si può intendere quanto l’incidenza del costo del contenuto e del costo degli elementi non strutturali, in seguito ad un sisma, sia una grande spesa da sostenere, ancor più del costo degli elementi strutturali.
Yepes-Estrada, C., Calderon, A., Costa, C., Crowley, H., Dabbeek, J., Hoyos, M., Martins, L., Paul, N., Rao, A., Silva, V. (2023). Global Building ExposureModel for EarthquakeRisk Assessment. EarthquakeSpectra. doi:10.1177/87552930231194048
Negli ultimi 50 anni, gli 8 terremoti piu’ significativi in Italia hanno generato costi diretti stimati tra 250 e 300 miliardi di euro ( derivanti dai fondi stanziati e dai relativi interessi sul debito pubblico).
Questi costi diretti rappresentano solo una parte dell’onere economico complessivo. A essi si aggiungono i costi indiretti, legati alla perdita di produttività, all’interruzione delle attività economiche e all’impatto socio-economico generale, che portano il costo totale a circa 750-1500 miliardi di euro negli ultimi 50 anni.
È come se l’Italia avesse acceso uno speciale mutuo sismico cinquantennale di tale importo, da restituire senza riuscire a ridurre il capitale, poiché mancano interventi preventivi e massicci. Ogni anno, quindi, il Paese continua a pagare una cifra tra 15 e 30 miliardi di euro a causa dei terremoti, come una tassa perpetua che grava sull’economia nazionale senza risolvere il problema alla radice.
Questo quadro sottolinea l’urgenza di investire in prevenzione e mitigazione del rischio sismico, per spezzare il circolo vizioso e ridurre i costi futuri. (Ref.: A STEP-CHANGE FOR SEISMIC RISK REDUCTION (Towards a) national plan for the integrated seismic-energetic rehabilitation of the building stock; UN CAMBIO DI MARCIA PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO (Verso un) piano nazionale di riqualificazione integrata sismico-energetica del patrimonio edilizio di Stefano Pampanin DOI 10.12917/Stru242.15 – https://doi.org/10.12917/STRU242.15)
L’importanza della prevenzione e il ruolo dell’AMD
Investire in misure di prevenzione sismica è fondamentale per ridurre sia i costi diretti che quelli indiretti associati ai terremoti. Tra le soluzioni tecnologiche disponibili, l’Active Mass Damper (AMD) si distingue per la sua efficacia nel proteggere le strutture e i loro contenuti.
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