Giornata Nazionale della Donna. Le scienziate e le ingegnere che hanno fatto la storia

Oggi, 8 marzo, in occasione delle Giornata Mondiale della Donna, celebriamo le donne che hanno apportato alla società contributi tecnici eccezionali, raccontando la storia di tre personalità, tra scienziate e ingegnere, che hanno fatto la storia.

 

8 marzo – Giornata Nazionale della Donna

Le scienziate e le ingegnere che hanno fatto la storia

Chi sono le figure che hanno innovato il mondo della sismologia e, grazie alle loro scoperte o invenzioni, hanno favorito enormi cambiamenti nel settore dell’ingegneria?

Inge Lehmann (1888 – 1993)
Se oggi conosciamo un po’ meglio il centro della Terra lo dobbiamo soprattutto a una donna: Inge Lehmann, la geofisica danese che per prima ipotizzò che il nucleo terrestre non è un’unica sfera liquida, ma è costituito da due parti con proprietà fisiche molto diverse.

Nata a Copenaghen nel 1888, Lehmann frequentò la scuola pedagogica-progressiva superiore e, dopo aver studiato matematica, si avvicinò allo studio della geologia.

Il suo interesse per questa materia divenne tale da spingerla a studiare e osservare i terremoti fin nelle profondità della terra, con lavori innovativi e al tempo rivoluzionari, ancora oggi considerati la base fondamentale della scienza sismologica.

Grazie alle sue incredibili capacità diventò capo del dipartimento di sismologia all’Istituto Geodetico di Danimarca, diretto da Niels Erik Nörlun, che le assegnò la mansione di allestire osservatori sismologici in Danimarca e Groenlandia.

Con la pubblicazione del suo articolo scientifico chiamato semplicemente “P”, Inge riuscì a spiegare e interpretare per la prima volta le cosiddette onde P, quelle onde che “inspiegabilmente appaiono nello spettro delle onde sismiche nel nucleo terrestre come riflessioni dovute a un nucleo interno”. Inge Lehmann fu la prima scienziata a interpretare questo tipo particolare di onde sismiche molto veloci e quindi registrate per prime dai sismografi durante un terremoto.

Attraverso l’analisi di sismogrammi dei terremoti avvenuti in Nuova Zelanda, la scienziata scoprì nel 1936 che il nucleo della Terra è suddiviso in due parti: una interna, che in base alle conoscenze attuali dovrebbe essere solida, e una esterna (quella scoperta da Oldham), che presumibilmente si comporta come un fluido. Durante questo periodo Lehmann scoprì la discontinuità sismica che si trova ad una profondità che va da circa 190 a 250 km e che viene di solito riferita come “discontinuità di Lehmann” in onore della sua scopritrice.


Marie Tharp (1920-2006)
Marie Tharp è stata una geologa e oceanografa statunitense.

Nata nel Michigan nel 1920, conseguì la laurea in geologia presso l’Università del Michigan e un master in geologia petrolifera, enne assunta dalla Standard Oil and Gas nella città di Tulsa, Oklahoma, ma trovò subito il lavoro poco soddisfacente. All’epoca, infatti, alle donne non era consentito partire in missione alla ricerca di gas o petrolio e venne quindi confinata in un ufficio, dove i suoi compiti principali erano di collezionare le mappe e i dati che sarebbero poi serviti agli uomini durante le loro missioni sul campo.

Nel 1948 si trasferì a New York presso il Lamont Geological Laboratory (adesso Lamont-Doherty Earth Observatory) presso la Columbia University, dove incontrò Bruce Heezen, con il quale intraprese una proficua e duratura collaborazione e redasse la prima mappa dettagliata del fondale oceanico, rivelando la presenza della Dorsale medio atlantica. La pubblicazione della mappa dei fondali dell’Oceano Atlantico come supplemento allegato al numero di giugno del National Geographic rappresentò un punto fermo nella nuova conoscenza degli oceani che l’oceanografia stava sviluppando ed un forte supporto allo sviluppo della moderna teoria della tettonica a zolle.

Il lavoro della Tharp ha contribuito in maniera decisiva all’accettazione da parte della comunità scientifica della teoria della tettonica a placche, comportando così uno stravolgimento nelle discipline delle scienze della Terra.


Emma Strada (1884-1970)
Nata nel 1884 a Torino, prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria civile al Politecnico di Torino, con il massimo dei voti. Emma Strada, la prima ingegnera italiana, iniziò la sua carriera lavorando nello studio del padre Ernesto Strada, anch’egli ingegnere civile, per il quale progettava e sovrintendeva alla costruzione di opere importanti: ferrovie, gallerie, acquedotti.

Il primo progetto di Emma Strada fu la realizzazione di una galleria di accesso ad una miniera di Ollomont in Val d’Aosta, successivamente, trasferitasi in Calabria (1909-10), si occupò della progettazione e costruzione dell´Automotofunicolare di Catanzaro e della costruzione del ramo calabrese dell’acquedotto pugliese.

Negli anni 1909-1915 fu assistente straordinaria del prof. Luigi Pagliani, docente e direttore del Gabinetto di Igiene Industriale presso l’Università di Torino. Nel 1925 le venne affidato l’incarico di progettare e dirigere le operazioni di scavo di una miniera d’oro vicino a Macugnaga, nei pressi del Monte Rosa.

Per promuovere il lavoro delle donne nel campo della scienza e della tecnologia, fondò nel 1957 insieme a Laura Lange, Ines del Tetto, Lidia Lanzi, Vittoria Ilardi, Anna Enrichetta Amour, Alessandra Bonfanti e Adelina Racheli l’Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti (AIDIA), di cui diventò la prima presidente.

 

Queste sono solo alcune delle scienziate e ingegnere che hanno rivoluzionato il settore della sismica e dell’ingegneria dagli inizi del Novecento. Come molte altre personalità femminili, queste donne hanno contribuito a cambiare il panorama scientifico e il settore delle STEM, diventando dei role model da cui trarre ispirazione.

Fonti:

Fonte 1                             Fonte 2                             Fonte 3                             Fonte 4                             Fonte 5

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