LA PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA: l’impatto sociale e psicologico del sisma
L’emergenza ambientale, come altre crisi che colpiscono la comunità, ha bisogno di qualcuno che si occupi di stare accanto a chi vede la propria vita stravolta in modo improvviso. Le emozioni in gioco nei contesti di emergenza sono profonde e potenzialmente traumatiche: tra queste troviamo la disperazione, lo smarrimento, la rabbia e la frustrazione.
Lo psicologo d’emergenza
Per questa ragione in Italia nel 2001 viene ufficializzato il ruolo dello psicologo d’emergenza con il D.M. 13 febbraio 2001 attraverso l’adozione dei “Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi”, che sanciscono la necessità di offrire il supporto psicologico a poche ore dell’evento catastrofico.
A chi è rivolto il servizio?
Gli interventi della psicologia dell’emergenza sono rivolti a persone che non vivevano prima dell’evento situazioni di difficoltà psicologica, ma che in seguito alla catastrofe rischiano di incorrere in disagi psicologici e sociali gravi, a causa dello shock provocato dall’evento traumatico.
Le tipologie di fruitori
A seconda delle risposte psicologiche all’evento, la psicologia d’emergenza individua quattro tipologie di fruitori:
- Vittime di primo livello: coloro che hanno subito direttamente l’evento critico
- Vittime di secondo livello: amici e familiari delle vittime di primo livello
- Vittime di terzo livello: soccorritori, professionisti e volontari
- Vittime di quarto livello: membri delle comunità al di fuori dell’area colpita, che in qualche modo si sono occupati o interessati dell’accaduto
Le fasi del processo di reazione all’evento sismico
L’Associazione EMDR Italia individua tre fasi di reazioni possibili a breve termine che i cittadini possono attraversare a seguito dell’evento traumatico:
- Fase di shock: lo shock fa parte della reazione fisiologica allo stress ed è un meccanismo che consente di mantenere un certo distacco dall’evento, necessario ad attutirne l’impatto
- Fase dell’impatto emotivo: è la fase in cui si scatenano tutte le emozioni, tra cui tristezza, rabbia, paura, colpa, confusione ed ansia. In questa fase si possono sviluppare anche reazioni somatiche come mal di testa o disturbi gastro-intestinali.
- Fase del fronteggiamento: è la fase in cui ci si comincia a interrogare su quanto è successo, a cercare delle spiegazioni ricorrendo a tutte le proprie risorse.
Cosa si può fare per dare sostegno alle vittime?
Il primo passo è aiutare la persona a saper riconoscere ed accettare le proprie reazioni emotive e le difficoltà che si possono avere durante o dopo l’esposizione all’evento traumatico.
Fondamentali risultano le relazioni umane, le quali aiutano nel processo di ricostruzione del senso di sicurezza che è stato annullato dall’evento catastrofico.
Per quanto riguarda i bambini la cosa fondamentale è esprimersi con semplicità comunicando però loro la verità, non inventando quindi storie edulcorate che sarebbero solo una soluzione momentanea.
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