Il terremoto del Sannio del 5 giugno 1688, attorno alle ore 20, con una devastante scossa di magnitudo 7,10 colpì duramente l’Italia meridionale, provocando distruzione e gravissimi danni sull’Appennino molisano e campano che dai Monti del Matese si allunga al Beneventano e all’Irpinia. La scossa principale fu avvertita in almeno 5 delle attuali regioni italiane: Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Basilicata e Puglia, su un’area di oltre 80.000 kmq.
Le cronache storiche raccontano del terremoto del Sannio.
Le cronache dell’epoca ci dicono che l’epicentro del terremoto del Sannio venne individuato nei pressi di Cerreto Sannita, il borgo venne completamente distrutto e morirono 4.000 persone (la metà degli abitanti). Le vittime a Benevento furono 2.115. A Guardia Sanframondi i morti furono 1.200, a San Lorenzello 600 su 1.000.
Una testimonianza di ciò che accadde si ha da Pompeo Sarnelli, all’epoca Abate del collegio di Santo Spirito a Benevento e testimone oculare dell’evento:
“Era il quinto giorno di giugno, sabato vigilia della SS. Pentecoste, sesta del nostro insigne Collegio di S. Spirito nella Chiesa di S. Maria di Costantinopoli, quando io, Abate del medesimo, preparavami per andarvi à celebrare la solennità de’ primi Vespri. Ed, essendo già hora, pensava d’inviarmi verso colà […]. Ed ecco, che sonate le 20. hore, sentii una grande scossa alla stanza. […] ed in un subito (erano le venti hore, e mezza) senza accorgermi di altra scossa, vidi precipitarmi addosso la soffitta, e tetto della stanza. […] onde cessata la scossa, restai tutto pesto, e contuso sotto le rovine della soffitta, del tetto, e del muro à me vicino…”.Vincenzo Magnati in una sua opera dice:
“Capo della Contea (Cerreto), nella quale si numeravano poco men che 8.000 abitanti la metà di essi cessò sepolta in quell’eccidio, ed in quel medesimo giorno appunto del 5 giugno, nel sentirsi ed avvertirsi la prima scossa della Terra la presero quasi per burla e per ischerzo, nella seconda pensavamo che dovesse cessare e nella terza gridavamo: non è già burla, e nel fuggire furono tutti oppressi dalle pietre e sepolti dalle medesime ritrovando così la morte e la sepoltura essendo caduta tutta senza conoscervi un vestigio di essa, osservandosi solamente un gran mucchio mal composto di sassi, pietre, calcina, travi ed altri materiali, dimostranti di esservi stati in essa edifici e fabbriche”.
Il terremoto del Sannio provoca gravi danni anche a Napoli.
Il terremoto del Sannio provocò gravi danni anche a Napoli, distante circa 50 km dall’area epicentrale. La maggioranza degli edifici della città subirono lesioni più o meno importanti e i crolli furono diffusi. Dopo la scossa le strade cittadine apparivano ingombre di macerie e di detriti.
La notizia del terremoto pubblicata fu pubblicata anche sulla gazzetta di “Bologna” del 29 giugno 1688, a più di tre settimane dall’evento. All’epoca le notizie, infatti, impiegavano anche molti giorni o settimane per arrivare in altre città.
I danni naturali provocati dal terremoto del Sannio.
I danni naturali causati dal terremoto del Sannio sull’ambiente naturale furono significativi. Furono interessati sia i suoli che le acque: grandi spaccature si aprirono nei monti del Sannio, accompagnate in alcuni casi dalla fuoriuscita di gas, nacquero nuove sorgenti, altre già esistenti furono perse. Un’enorme frana si abbatté sul villaggio di San Lorenzello e uccise centinaia di persone su un migliaio di abitanti. I fiumi Sabato e Volturno subirono deviazioni e intorbidamenti.L’analisi delle fonti ha permesso di ricostruire l’impatto devastante del terremoto sul tessuto sociale e sulla economia della vasta area colpita. La popolazione abbandonò gli abitati distrutti e abitò a lungo in baracche e alloggi di fortuna, spesso in condizioni di grande precarietà. Intere infrastrutture – tra cui mulini, forni e frantoi – andarono distrutte, creando enormi disagi anche negli approvvigionamenti alimentari.
Quello del Sannio, per estensione dell’area colpita, gravità degli effetti e numero di vittime, è uno dei disastri sismici più significativi della storia italiana.