Il bradisismo: il caso dei Campi Flegrei

iL BRADISISMO: IL CASO DEI CAMPI FLEGREI

Il bradisismo è un fenomeno di origine vulcanica, in particolare si riferisce ad un periodico sollevamento e abbassamento del suolo, il quale genera terremoti generalmente deboli, ma molto frequenti.

In Italia questo fenomeno è molto presente nella zona dei Campi Flegrei in Campania. In particolare, si è accentuato da settembre 2023, in questo mese, infatti, si sono registrate scosse di terremoto con una cadenza quotidiana e una frequenza sempre più alta.

Campi Flegrei

La percezione della forte intensità delle scosse, secondo i vulcanologi, è dovuta alla superficialità dell’ipocentro nel quale si registrano. Infatti, come dice Giuseppe Mastrolorenzo (vulcanologo e primo ricercatore dell’INGV) “una scossa di 3,5 gradi nella zona appenninica dell’Umbria o dell’Abruzzo è avvertita in maniera meno forte rispetto a una di analoga magnitudo a Pozzuoli”.

Questo perché nei Campi Flegrei l’ipocentro è concentrato entro 2 km di profondità o al massimo fino a 4,5 chilometri, a differenza dei terremoti che, ad esempio, si verificano nel centro Italia, registrati sempre a decine di chilometri di profondità.

LA ZONA DEI CAMPI FLEGREI

In questa zona vivono oltre 800mila persone, essendo un’area piuttosto ristretta e con poche vie di fuga questo potrebbe portare all’intasarsi delle strade in modo rapido.

Oltre a questo, quello che non va sottovalutato è che nell’area dei Campi Flegrei è piuttosto diffuso l’abusivismo edilizio, presente in circa il 20% delle abitazioni per un totale di circa 40mila persone. Si parla quindi di costruzioni vecchie, fatiscenti, ma soprattutto non a norma dal punto di vista sismico o della stabilità dell’immobile.

MISURE PREVENTIVE E SVILUPPI FUTURI

Per i Campi Flegrei, secondo Mastrolorenzo, è chiaro che “non sappiamo se saremo in grado di capire in anticipo se e come possa avvenire l’eruzione” perché “il sistema di monitoraggio ci informa su quanto avvenuto fino all’ultima frazione di un secondo fa, ma non ci consente alcuna previsione“. Un’eruzione, sottolinea, avrebbe effetti imprevedibili, ben peggiori, ad esempio, di quelli generati dall’eruzioni di Pompei.

A fronte di questo rischio è importante che venga riconsiderato il piano di evacuazione dei Campi Flegrei, perché le 72 ore previste nell’attuale piano sono troppe, bisognerebbe essere in grado di mettere in salvo la popolazione al massimo in un paio d’ore.

A questo proposito, nella zona, tra aprile e maggio 2024, ci sarà una grande esercitazione nazionale per affrontare i rischi del bradisismo con tre scenari di crisi: da quello dei “danni limitati”, al peggiore che prevede danni gravi e interruzione di acqua, luce e gas.

Le attività verranno svolte sul modello di “Exe Flegrei 2019”, la grande esercitazione che ha coinvolto Comuni della zona rossa, della Prefettura di Napoli, della Regione Campania e dei Centri di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile (INGV, Centro studi Plinivs-LUPT e CNR-IREA).

L’esercitazione sarà un’occasione importante per elaborare, testare e migliorare gli aspetti operativi, procedurali e metodologici delle pianificazioni territoriali e di settore e per sintetizzare strategie e scelte operative da prendere nel caso in cui i fenomeni naturali evolvano verso scenari, al momento, definiti poco probabili.

Secondo gli esperti, quello del bradisismo, è un fenomeno destinato a durare e, soprattutto, ad aumentare, per questo l’obiettivo collettivo dovrà essere quello di creare un piano di evacuazione ad hoc che sia in grado di garantire la sicurezza a tutti gli abitanti di questa zona.

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