L’antisismica è nata in Italia, ma poi …

L’antisismica è nata in Italia: da sempre, infatti, il nostro paese si è dovuto confrontare con i terremoti. E’ per questa ragione che possiamo vantare una tradizione antisismica tra le più antiche. Lo dimostrano: il primo catalogo sismico, un manoscritto del 1457 che racconta dei fatti del terremoto dell’Italia centro-meridionale del 1456, e il progetto della prima casa antisismica realizzato dall’architetto Pirro Ligorio nel 1570.
Inoltre, proprio in Italia sono nati i primi esempi di cartografia che indicavano la geografia e la frequenza dei terremoti distruttivi.

Nel 1883 Giuseppe Mercalli pubblica la prima Carta Sismica d’Italia, in cui venivano delineate le aree più soggette ad eventi sismici; è del 1888, invece, la prima Carta Sismica Istituzionale Italiana pubblicata dal geologo Torquato Tamarelli.
I due studiosi nel loro celebre studio del terremoto che colpì la Liguria Occidentale nel 1887 abbozzarono per la prima volta una scala sismica a 10 gradi; modificarono, infatti, la scala De Rossi-Forel qualche anno prima.

Possiamo dire che in Italia è nata la cultura antisismica, perché allora ci siamo persi?

L’Italia è un paese con aree geografiche ad elevato rischio sismico. Nella storia si sono susseguiti terremoti devastanti che hanno segnato profondamente l’intera nazione; ecco perché numerosi studiosi si sono da sempre impegnati nel capire il fenomeno, e i suoi effetti. Appare incredibile, allora, che fino a pochi decenni fa in Italia si costruissero ancora edifici privi di qualunque protezione sismica, anche in aree altamente a rischio, o che non esistessero norme ed obblighi.

In conclusione: si, l’antisismica è nata in Italia ma i temi della prevenzione e della cultura antisismica sono stati per troppo tempo dimenticati. Per un paese come il Nostro la messa in sicurezza del patrimonio costruito, e quindi della vita dei suoi cittadini, deve tornare ad essere una priorità. Troppo spesso abbiamo perso, anche in tempi recenti, la memoria.

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